Sunset Junction è la parte del celebre Sunset Boulevard che si trova all’interno di Silver Lake, un quartiere losangelino ricco di bar, cafe e club, abitato soprattutto da artisti e creativi. Per darvi un’idea dell’atmosfera: il quartiere si è guadagnato il primo posto nella classifica Forbes 2012 dei migliori quartieri hipster d’America. Con buona pace di The Mission a San Francisco e della newyorkese Williamsburg che si sono aggiudicate, rispettivamente, l’argento e il bronzo.
Ed è qui che si trova il Casbah Cafe, circondato da boutique e mercatini vintage, food truck, negozi di dischi e negozi di scarpe vegetarian/vegan-friendly. Se siete in esplorazione da queste parti, vi consigliamo il Casbah per una pausa merenda o un pasto leggero a base di ingredienti sani e di qualità.
A dire il vero vi consigliamo il Casbah soprattutto per l’atmosfera del caffé suggestiva e ricca di commistioni (coerentemente con il nome che porta). L’ispirazione per le decorazioni viene dal Marocco coloniale. Si comincia con la facciata: i mattoncini dipinti di azzurro e l’insegna dai caratteri bianchi ricordano le tradizionali maioliche arabe. Il logo dell’ingresso, poi, raffigura un uomo con turbante e barba che si versa del tè. Più Marocco di così!
Ritroviamo lo stesso logo anche sul menu. Con l’aggiunta della frase “Les voyages extraordinaires au Maroc” e una citazione di T.S. Eliot “Oh, do not ask ‘What is it?’ Let us go and make our visit”. Un menu decisamente colto.
Ma al Casbah è il muro laterale a riservare la sorpresa più bella. Da questo lato infatti ogni tavolino esterno è incorniciato da una fitta siepe rampicante e da un murales colorato: il che rende ogni angolo unico e intimo. Atmosfera a parte, i più pragmatici apprezzeranno l’ombra delle piante (il sole può picchiare duro anche a Los Angeles, mica solo in Marocco).
Anche l’arredamento interno è coerente con l’insegna all’ingresso: cuscini, tappeti, lampade di ferro traforato e decorazioni a motivi geometrici. Il clima è accogliente e sa di casa, merito anche del grande armadio in legno riempito con capi di vestiario, borse in paglia, cappelli e biancheria.
Se avete intenzione di parcheggiarvi con il vostro laptop sfruttando la connessione wifi (eh sì, sappiamo che negli States è una pratica che viene tollerata e perfino incoraggiata), fatelo pure. Ma state attenti a dove vi sedete: il locale ha un’area laptop-free. Incoraggiamento a coltivare rapporti umani o modo elegante per aumentare il turnover dei clienti? Quello che sappiamo è che il cartello è parecchio grazioso, per il resto interpretate la policy come volete.
Per quanto riguarda il menu, l’offerta è effettivamente ampia ed eclettica. Si tratta di piatti semplici, ma tutti preparati con ingredienti di alta qualità. Noi abbiamo assaggiato una quiche e un’insalata con avocado e siamo stati colpiti proprio dalla freschezza degli ingredienti. L’insalata era accompagnata da olive nere al forno: un autentico tocco mediterraneo.
Ci sono diverse opzioni anche per la colazione, con dolci di ogni tipo esposti al bancone. La mousse au chocolat densa e dal sapore intenso, potrebbe essere stata preparata tranquillamente in Francia. E da bere? Potete scegliere il caffè naturalmente, o farvi tentare dalla vasta selezione di tè. Quello alla menta, ovviamente, si addice di sicuro all’ambiente. Ma anche i fan del mate rimarranno soddisfatti, visto che viene servito nel caratteristico recipiente, completo di bombilla (la cannuccia). Ad ogni modo, se siete alla ricerca di ispirazione, potete consultare la grande lavagna alle spalle del bancone.
Un’ulteriore curiosità: qui si può bere anche la Coca Cola messicana. L’edizione di importazione dell’iconica bibita è diventata sempre più ricercata negli Stati Uniti: i fan sostengono abbia un sapore differente perché, a quanto pare, viene zuccherata con vero zucchero e non con altre sostanze edulcoranti. Parte dell’appeal è probabilmente dovuto anche al design vecchia scuola della bottiglietta, rigorosamente in vetro.
Una volta consumata la vostra ordinazione, ritagliatevi del tempo per sgranchirvi un po’. All’interno del locale c’è un’indicazione che vi invita a salire su per una rampa di scale gialle (proprio come il sentiero di Dorothy). Potrete così curiosare all’interno del piccolo bazar francese. Vi aspettano camiciole ed abiti in garza o cotone. Tutti bianchi o, al massimo, in tinte pastello. Pantofole di foggia marocchina, biancheria e fiori. Non si tratta di un negozio a buon mercato ma, indipendentemente dal budget, merita una visita. E poi il contrasto con il chiacchiericcio del cafe è decisamente rilassante.
Ma lo shopping non finisce qui: potete infatti proseguire anche al piano terra. Oltre ai vari piatti preparati sul momento e alle proposte al banco, il locale vende anche specialità gastronomiche e prodotti di vario tipo. Inutile dirlo: sono tutti organic. Se ci tenete allo shopping equo, all’insegna dei prodotti naturali, vi consigliamo di soffermarvi a curiosare tra gli scaffali e sul bancone.
Troverete, per esempio, marmellate a marchio Casbah, tutte prodotte in loco. E potreste perdervi tra le varie proposte: si comincia dagli esotici (per gli States) melograno e clementina, fino a combinazioni imprevedibili come arancia/Earl Grey oppure prugna/Merlot.
Se vi spostate all’angolo delle bibite, scoprirete una altrettanto vasta offerta di soda: dalla (per noi) più prosaica Sanpellegrino a quelle a base di mango o guava.
E, infine, oltre all’offerta gastronomica, ci sono anche saponette made in Syria a base di olio di oliva, e sottili candele colorate.
Insomma, se volete prendervi una pausa dalla Los Angeles più glamorous o immergervi nel libro appena preso al bookstore di quartiere, il Casbah fa decisamente al caso vostro.